
La visione che manca a Meloni su scuola, redditi e pressione fiscale.
uasi mille giorni di lei e di noi. E una pausa di riflessione ce la possiamo concedere. Un governo che rimane in carica a lungo ha la possibilità di lasciare un segno: positivo, negativo o tracciato sull’acqua. Ma la stabilità è un valore solo se serve a qualcosa. Dal 2022 è forte di una maggioranza mai insidiata dall’opposizione incapace fin qui di mettere in campo un’alternativa di governo credibile e un progetto comune di paese.
In questo contesto, Meloni ha saputo mantenere intatta la sua personale leadership, favorendo la polarizzazione della politica che è sempre stata la strada maestra per far vincere la destra grazie a dosi massicce di populismo e a un approccio irrazionale e istintivo. Erano state annunciate grandi riforme istituzionali fortunatamente rimaste nel cassetto. Per il resto si è persa l’occasione di puntare su una politica industriale e su due o tre settori per dare un volto nuovo al paese e diventare un esempio anche in Europa, preferendo interventi sporadici senza grandi prospettive. E con grande confusione su vere priorità e opportunità come Ilva.
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